Ti faccio la versione breve che per quella lunga servono anche uno Spritz e piazza delle Erbe a Padova.
Io e Lui ci incontriamo, in comune praticamente niente, quindi capiamo che ci sono le basi per pensare e costruire.
Nasce così GAZPACHO, correva l’anno 2007, io entravo in una taglia 40, avevo già visto l´Andalusia 12 volte ma non ero ancora stata in Salento.
Decidiamo di spostarci dall’Italia portandoci dietro il nostro progetto e le nostre mani e così inizia un tour ispano-tedesco lungo 6 anni che si chiude a Berlino Est alle 3 di notte di un 17 settembre.
Da allora abbiamo scelto la capitale tedesca e siamo io, lui e un gruppo di lavoro che “nel” Gazpacho ha messo i piedi e ce li ha lasciati con nostra grande felicità.
Ci dividiamo tra il laboratorio di Berlino in un vecchio palazzo della DDR e quello di Padova in un quartiere dal nome improbabile. Coltiviamo un Made in Italy in versione Expat per ricordare che rimangono Made in Italy anche quelli che hanno deciso di vivere fuori dall’Italy.
Lavoriamo in economia circolare utilizzando materiale di recupero perché ci è comodo, poi lo stampiamo e lo dipingiamo perché ci piace. Scriviamo parole perché da molto tempo è un buon modo di comunicare tra individui. Disegno e illustro perché il 90% della mia vita passa attraverso le mani.
Cose che puoi mettere dentro una borsa Gazpacho:
- una Smemoranda gonfia di ore in cui non hai studiato 😉
- auricolari ingarbugliati
- un maglione che tenevi legato in vita
- mezzo litro d’acqua
- qualcosa che ti fa sentire a casa
Cose che puoi mettere fuori da una borsa Gazpacho:
- Sevilla
- la tua camera da letto
- un concerto
- un mercatino
- il sedile di un treno
Cose di cui sono fatti gli oggetti Gazpachi:
- teli di PVC recuperato
- filo grigio come la matita che le li disegna
- pennelli
- ore di dedizione, passione e voglia
- racconti di resistenza laterale è un diverso punto di vista
Persone che fanno gli oggetti Gazpachi
- Monica e Giovanni
- Giulia, Nicola, Emma, Roberta, Fabiana, Serena
- tu