Questa illustrazione è la fotografia di qualcosa di infotografabile:
il momento esatto in cui realizziamo con lucidità la distanza tra quello che avremmo voluto e quello che abbiamo costruito.
In quel tratto succede la vita
La “dislessia” con le misure del cuore contribuisce a costruire un canone fatto di chiusure e ricerche. Un tentativo continuo di trovare la quadra tra quello che si può e quello che si vuole, tra l’IDEALE e il REALE.
Se fossi io a scegliere l’unità di misura delle emozioni, userei le gocce d’acqua dell’oceano Andaluso, in alternativa dei fiori non recisi con il gambo bianco come una pagina vuota e i petali rossi quanto due guance imbarazzate.
Sbaglierei comunque ma non smetterei di tendere ad un’idea d’AMORE
Tendiamo ad un canone perfetto e immaginario frutto di racconti e desideri.
Ma incidiamo la nostra versione possibile, quella che riusciamo a raccogliere, plasmare e restituire al piccolo mondo che abitiamo.
Se stai leggendo queste parole le possibilità sono due:
– sei “una ricercatrice Gazpacha” ( c/o l’Università della Vita) – sei divorata dall’indecisione (in questo caso la regola d’oro è scegliere la prima immagine che ti ha emozionata)
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